Delle reminescenze liceali la cosa che più mi ricordo sui barbari è l'etimologia del loro nome. In greco significava letteralmente balbuzienti, perché quello che sentivano era un verso onomatopeico lontano dalla loro lingua, che suonava più o meno bar-bar. Ed è, oggi come ieri, un problema di comprensione quando si parla seriamente di barbarie. E' una questione di linguaggi e codici diversi, di dimensioni culturali che si trasformano e diventano rivoluzioni. Baricco lo apprezzo come saggista, anche se è, suo malgrado o forse con sua grande gioia, un saggista barbaro. Perché lui è uno scrittore che fa bene lo scrittore, e si mette a ragionare sui meccanismi che governano una civiltà destinata ineluttabilmente alla mutazione. Il saggio è fatto egregiamente, adatto a molti, leggero ma non superficiale (io l'ho letto per buona parte sul lettino a mare, si può fare). Se vi volete fare un'idea di quello che vi accade intorno, voi surfer dell'esperienza dovreste proprio dedicarvici un po'. Non comporta fatica (capirete...).
sabato 30 agosto 2008
Io dico bar-bar
Delle reminescenze liceali la cosa che più mi ricordo sui barbari è l'etimologia del loro nome. In greco significava letteralmente balbuzienti, perché quello che sentivano era un verso onomatopeico lontano dalla loro lingua, che suonava più o meno bar-bar. Ed è, oggi come ieri, un problema di comprensione quando si parla seriamente di barbarie. E' una questione di linguaggi e codici diversi, di dimensioni culturali che si trasformano e diventano rivoluzioni. Baricco lo apprezzo come saggista, anche se è, suo malgrado o forse con sua grande gioia, un saggista barbaro. Perché lui è uno scrittore che fa bene lo scrittore, e si mette a ragionare sui meccanismi che governano una civiltà destinata ineluttabilmente alla mutazione. Il saggio è fatto egregiamente, adatto a molti, leggero ma non superficiale (io l'ho letto per buona parte sul lettino a mare, si può fare). Se vi volete fare un'idea di quello che vi accade intorno, voi surfer dell'esperienza dovreste proprio dedicarvici un po'. Non comporta fatica (capirete...).
Ombrelli on the beach
I ragazzi per lo più nordafricani che fanno i venditori in spiaggia hanno piani di marketing e un'organizzazione logistica da fare invidia alle grandi aziende. Il giorno di Ferragosto, dopo il poco sonno e l'immancabile pollo con peperoni (tradizione rispettata come sempre appena sveglia), sono scesa in spiaggia e il tempo non era proprio dei migliori. Quasi freddino, nuvole avanti e indietro, minacce di pioggia (non concretizzate), vento, nessuna voglia di buttarsi in acqua insomma. E tra venditori di collanine, pareo, occhiali e borse taroccate sono sbucati venditori di ombrelli. Ho pensato: efficienza spaventosa!
Poi l'altro giorno venendo in ufficio sono passata per il lungomare. 35 gradi buoni. Venditori con gli ombrelli. Ho guardato il cielo e neanche una nuvola. Ok. Devono migliorare il sistema anche loro.
giovedì 21 agosto 2008
Ehilà, quanto tempo!
Allora, non scrivo da un sacco davvero. In compenso ho i promemoria del computer invasi da appunti per il blog, quindi un pochino il pensiero ce l'ho avuto. Riassumendo: di questo agosto non mi lamento, devo dire che mi sta piacendo abbastanza: i problemini ci sono ma tant'è, va bene così. Vi devo aggiornare su diverse cose, e ci sarà modo, dato che mi rimetterò con costanza a curare questo iperspazio. Il saluto veloce è fatto. SeeULater Darling!
mercoledì 6 agosto 2008
Why so serious?
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