mercoledì 21 maggio 2008
Brandizzata o no?
Ho finito "Goodbye Logo", e ho iniziato "L'evidenza dei fatti" (letteratura inglese contemporanea a go go...). La cosa che più mi colpisce in questo momento è la diversità di stile. Il primo quasi da tema scolastico, molto da blogger sicuramente, troppo ripetitivo per certi versi. Il secondo (di cui ho letto solo una decina di pagine) è differente, cerca un modo di scrivere più istintivo, più rapido, meno cervellotico o riflessivo. Ma, mentre del secondo è solo un'impressione da prime pagine, del primo ho un'idea ben precisa. Punto primo: non condivido il paragone con Nick Hornby, il quale scrive decisamente meglio e sicuramente ha un'ironia e un sarcasmo che in Boorman si vedono solo a tratti. Punto secondo (scusate i punti, ma è british style, no?): nonostante qualche riflessione interessante, qualche spunto su cui concentrarsi, mi sembra che giri sempre intorno alla stessa cosa, senza arrivare davvero al punto. Vuole essere un saggio o un romanzo? Non è nessuna delle due cose. Vuole essere un diario? Forse già di più. Mi pare piuttosto uno sfogo, un esercizio che serve più all'autore per "disintossicarsi" che ai lettori per capire. Io ho voglia di fare shopping per esempio.
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