martedì 9 settembre 2008

Colpa del cane

Di Mark Haddon avevo adorato "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte". Non solo lo avevo adorato, ma credo sia uno dei lavori più belli usciti negli ultimi anni. In "Una cosa da nulla" (che, confesso, è stato sul mio comodino per più di un anno prima che lo iniziassi) non ho ritrovato quel talento narrativo che nell'altro libro mi aveva davvero sbalordito. "Una cosa da nulla" è un bel libro, ha una bella storia sicuramente, dei personaggi gradevoli con cui passare un po' di tempo di lettura. Ma la forza creativa di Haddon si vede solo (purtroppo) nella degenerazione psichica finale di George. Nel suo personaggio riesce a comunicare in maniera diversa e intelligente. Evidentemente l'autore dà il massimo quando interpreta stati d'animo al limite o malattie. Col ragazzo autistico del libro precedente ha raggiunto probabilmente il suo top. Magari no. Sarà poi che nel libro precedente il cane era un essere dai mille significati; in questo l'unico cane è un rompiballe che sporca ovunque, non fa troppa simpatia. Vedremo cosa ci riserva il futuro, tra cani e malattie.

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